venerdì 25 novembre 2011

Bambini, cetrioli e mirtilli


Nella cittadina dove vivo esistono molte possibilita' per una mamma che vuole far socializzare il proprio bimbo in eta' prescolare ed evitare che passi tutto il tempo attaccato alla sua gonna.
La comunita' organizza molti eventi e molti luoghi di incontro fissi: ogni giorno della settimana si puo' portare il proprio bimbo a gruppi di gioco, attivita' in palestra e cosi via. Quasi tutte le attivita' sono gratuite o ad un prezzo irrisorio e permettono di spendere una manciata di ore fuori casa, insieme ad altre mamme e bambini, in ambienti sicuri e sotto la gestione delle istituzioni pubbliche.
Qualche giorno fa io e mia mamma (che era qui in visita) abbiamo portato mio figlio, di circa 2 anni, ad una di queste attivita' mattutine. Si chiama "Family place", cioe' un luogo per la famiglia. In questo caso usano la struttura che accoglie i bambini dopo la scuola e che e' dotata di tutto: bagni, cucina, ampia area gioco (qualche settimana fa c'era anche un porcellino d'India, per la delizia di mio figlio).
La mattinata si e' svolta cosi: gioco libero per circa un'ora e mezza, con genitori che supervisionano, fanno quattro chiacchere e bevono una tazza di caffe'; pulizia e messa in ordine; mezz'oretta di canzoncine e racconto di storie (da parte di una educatrice); lavaggio mani e merenda, portata sempre dall'educatrice. Volete sapere cos'e' stata la merenda? Beh, di solito danno yogurt, frutta e composta di mele. Questa volta pero' l'educatrice ha dimenticato a casa il tutto e ha rimediato con quello che aveva in macchina come cibo di emergenza (lo so, fa molto 'Grande Nord', ma qui non si sa mai, fuori dalla citta' siamo veramente in mezzo alla foresta!).
Quindi, ecco i bimbi che, tutti seduti al tavolo e senza un piatto o un tovagliolo, hanno divorato pickles (cetriolini in agrodolce), patatine di mais e mirtilli disidratati... ho sbirciato la reazione di mia mamma, tipica nonna italiana: non ha fatto una piega. Ha detto: "beh, hanno pulito il tavolo, e guarda quella bambina piccola come mangia i cetrioli!".
Che dire: sono proprio contenta di abitare qui! Forse mio figlio verra' su un po' boscaiolo, ma senza dubbio senza troppe paranoie inculcate da noi adulti!

venerdì 18 novembre 2011

Ristrutturare la casa (3)


So che vi starete chiedendo: il pavimento e' stato finalmente terminato?
Finalmente si.
Tra l'installazione nelle 3 camere da letto e lo stato attuale (non piu' l'odiata moquette nel resto della casa) ovviamente abbiamo avuto altre vicissitudini, dovute piu' che altro all'incapacita' della project manager del negozio di usare una calcolatrice: ancora sbagli nel calcolo della metratura e nei preventivi...
Per tirarci su il morale, abbiamo ingaggiato un carpentiere per effettuare alcuni lavoretti fuori e dentro casa: una staccionata, qualche aggiustatina al tetto, un nuovo muro (tanto qui i muri si tirano su in un attimo).
Il nostro carpentiere ci deve aver preso in simpatia, perche' continua a portarci dei piccoli doni: muffins, caramelle, torta di more, regalini da riportare in Italia per mia mamma (la quale non parla una parola di inglese ma si fa capire a gesti).
I casi sono due: o vuole guadagnare la nostra fiducia per poi drogarci con una fetta di torta di mele e svaligiarci la casa (che non e' neanche arredata, tra l'altro!) oppure gli facciamo pena...
Vista pero' la tariffa oraria del carpentiere (50$/orari e' la base) abbiamo deciso, finalmente, di buttarci nel famigerato DIY, ossia Do It Yourself, ossia Me Lo Faccio Io, ossia ore e ore di training guardando canali tematici e video su Youtube.
Per il momento, mi sono trovata a:
- imbiancare (ok, gia' fatto in passato, ma le pareti in legno nascondono qualche scherzetto antipatico)
- strappare la carta da parati (cavolo, che lavoro di emme!)
- tirare via la moquette (temevamo fosse incollata al cemento della soletta: per fortuna era solo appoggiata!)
- piastrellare (piccole superfici)
- progettare un nuovo ripiano piastrellato a mosaico per il lavandino (ci ho preso gusto, a piastrellare!)
Mio marito mi conosce e bene e non si scompone mentre guardo con cupidigia i banchi sega, torno a casa con strumenti chiamati "Mastercraft" invece di vestiti e butto giu' pezzi di muro a martellate.
Non vedo l'ora i prossimi giorni di mandare mio figlio all'asilo, cosi' potro' provare in pace il nuovo banco sega e isolare il pavimento della taverna con l'ultimo ritrovato in campo di isolamento... :-))

sabato 29 ottobre 2011

Ristrutturare la casa (2) - il pavimento



Tra i lavori che abbiamo deciso di effettuare nella nuova casa, uno di quelli con massima priorita' e' rifare il pavimento, ossia (come ormai avrete capito) togliere l'odiata moquette (carpet, in inglese) e mettere un pavimento decente (per noi, il legno).
Abbiamo contattato una delle catene di materiali per costruzioni piu' famose qui in Canada, che non solo si occupa di vendere il materiale a chi vuole occuparsi del "fai da te" ma fornisce anche l'installazione di molti prodotti, tra cui appunto anche i pavimenti.
Scelto il pavimento che ci piaceva, il commesso ci ha assicurato che in pochi giorni avremmo avuto il lavoro eseguito, trattandosi di un prodotto che tenevano sempre in magazzino... certo, come no...
Ecco cos'e' successo, nell'ordine:
1. sono venuti a prendere le misure (fin qui, tutto ok)
2. hanno detto "vi chiameranno"
3. dopo una settimana, siamo andati in negozio a chiedere informazioni perche' nessun preventivo era ancora all'orizzonte
4. hanno detto "vi chiameranno" (2)
5. dopo qualche giorno, siamo andati in negozio a comprare il materiale per fare almeno una parte del lavoro noi stessi
6. abbiamo richiesto informazioni, hanno capito che stavano per perdere la commessa dell'installazione, hanno tentato di metterci una pezza ma hanno scoperto di non avere abbastanza materiale in magazzino (ricordate cosa aveva detto il commesso?)
7. hanno tentato di farsi mandare il materiale da un'altra filiale: gli hanno risposto picche
8. hanno tentato di farsi VENDERE il materiale da un'altra filiale: gli hanno risposto picche
9. hanno tentato di far VENDERE A NOI direttamente il materiale da un'altra filiale e di farlo andare a prendere dall'installatore in persona: gli hanno risposto picche
10. esasperata, ho chiesto: "Avete in negozio abbastanza materiale per poter fare almeno le camere dal letto? Poi potete ordinare il resto del materiale e quando arrivera' finirete il lavoro". Hanno sgranato gli occhi: "That is a great idea!!" ed io mi sono sentita in parte orgogliosa della mia (veramente banale) capacita' di uscire dallo stallo, in parte sbalordita negativamente dalla loro ottusita'
11. hanno fatto il calcolo del materiale necessario, ce l'hanno mandato a casa e quando l'installatore e' arrivato a meta' del lavoro ha detto: "tutte qui le scatole che avete? Perche' ne servirebbero almeno altre 9/10, queste non bastano" ed io mi sono sentita male
12. ho sfoderato quello che ho imparato dopo un anno e mezzo di permanenza in Canada: il cliente ha sempre ragione, ne e' consapevole e lo fa notare (mai come in questo caso!) e ho iniziato un giro di telefonate furibonde, riuscendo quasi a far perdere il posto di lavoro alla commessa che aveva sbagliato il calcolo delle scatole di materiale (scusate eh, ma aveva gia' sbagliato una volta davanti ai miei occhi calcolando una stanza di meno...)
13. mio marito e' andato di persona in un altro punto vendita a comprare le scatole di assi necessarie, perche' nella "nostra" filiale non ne avevavo abbastanza (...)
14. l'installatore e' tornato e ha finito le camere da letto
15. il resto del legno e' arrivato in negozio
16. fin ad oggi, non si sa ancora quando il resto della casa sara' pavimentato. Ma grazie al cielo, almeno le camere da letto adesso sono libere da quello schifo di moquette!!

martedì 18 ottobre 2011

Ristrutturare la casa (1)


Siamo partiti pieni di buona volonta' e con una discreta esperienza di ristrutturazioni (in Italia), ma ci siamo ovviamente illusi che i gli artigiani canadesi (i "contractors") fossero un po' piu' organizzati e solerti di quegli italiani, i quali se non sono minacciati di morte impiegano tre mesi per fare un lavoro di tre giorni... beh, sara' la vita lenta dell'isola, sara' una certa noncuranza verso certi dettagli (fare un preventivo scritto, per esempio, sembra essere una cosa fantascientifica) che ci siamo ritrovati nel solito girone infernale delle ristrutturazioni edilizie: insomma, tutto il mondo e' paese.
Per un paio di giorni abbiamo avuto la casa piena di gente venuta a vedere i lavori da fare, prendere le misure, dare consulenze. Poi, il vuoto cosmico. Abbiamo dovuto iniziare una tempesta di telefonate per avere qualche risposta in termini di preventivi e tempi e, ripeto, l'idea che i contractors hanno dei preventivi e' puramente aleatoria.
Chiedete un preventivo per cambiare la caldaia e chiedete un paio di opzioni (una meno costosa e una piu' performante, diciamo)? Vi consegnano baldanzosi il perventivo per UNA possibilita' e non si sognano neanche di mettere la marca, il modello, uno straccio di descrizione del lavoro da fare. Chiedete via email spiegazioni al riguardo? Non rispondono (e perdono un cliente, aggiungo io).
Date una lista di lavori da fare al falegname? Vi lascia un preventivo che contempla la meta' delle cose che gli avete chiesto e che riporta solo il totale della spesa: e se voglio sapere ogni voce quanto mi costa? Uff, un'altra telefonata da fare...
Ordinate il pavimento e la relativa posa? Nel nostro caso, apriti cielo: non avevano abbastanza legno e non se lo passavano da un punto vendita ad un altro (non sanno nemmeno loro il perche'...): ho dovuto suggerire io di fare 3 stanze, ordinare nel mentre altro materiale e fare il resto della casa un altro giorno (mi hanno guardato stupefatti ed hanno esclamato: "That is a great idea!!"... "uh signur", ho pensato io).
Chiedete all'elettricista il solito preventivo per quattro lavoretti? Il nostro si e' messo a contare sulle dita, scrivendo per aria numeri invisibili... io e mio marito ci stavamo ribaltando dalle risate!!
Qualcuno che sa quello che fa c'e' anche qui, ad essere onesti. Per ora comunque l'impressione generale e' di essere tornati nella cara, vecchia Italia...

mercoledì 28 settembre 2011

Lasciare Vancouver per diventare "isolani"

Diventeremo isolani. Andremo a vivere sull'Isola di Vancouver e lasceremo la metropoli.
Ecco la lista di cosa mi manchera' e cosa non mi manchera'...
Mi mancheranno:
1. le amicizie sviluppate qui e la solidarieta' tra immigrati
2. la possibilita' di andare a mangiare al Mongolian BBQ in downtown Vancouver (una volta ogni 6 mesi, ma e' bello sapere che e' li'!!)
3. qualcuno dei parenti
4. la possibilita' di fare una passeggiatina in Downtown, ogni tanto, e di prendere il Seabus per North Vancouver
5. Stanley Park, sempre una certezza positiva
6. i miei studenti di italiano conosciuti all'Italian Center (ed i corsi di italiano in generale)
7. l'odore dei mall (un misto di cibo, oggetti nuovi e qualcosa di indefinibile)
8. l'odore di Vancouver in generale, specialmente in autunno (non so perche'... forse perche' l'autunno e' il periodo in cui l'ho "vissuta" di piu')

Non mi mancheranno:
1. certi parenti/serpenti, tra cui la Scronda (TheBlairWitch)
2. la casa che cade a pezzi, ogni giorni si rompe qualcosa!
3. certi immigrati maleducati, tamarri, che non parlano una parola di inglese... anche noi non siamo perfetti ma di certo non siamo a certi livelli!!

martedì 27 settembre 2011

Comprare casa - parte 4


Bene: siamo giunti alle fasi finali della trattativa per l'acquisto.
Dopo aver concordato la cifra, se avete un mutuo iniziera' un simpatico balletto tra: banca, notaio, assicurazione sulla casa (obbligatoria), agente immobiliare, e ovviamente voi, in mezzo.
Per quanto ci riguarda, dopo un paio di giorni da cardiopalma (dovuti al fatto che la nostra agente immobiliare non ha posticipato la data del rogito e allo stesso tempo la banca era in ritardo con i documenti) e dopo qualche inghippo con il notaio (ci ha colpito la gran classe del suo ufficio, con carta da parati che simula una libreria alle spalle della scrivania) finalmente siamo riusciti a firmare questi benedetti documenti.
Abbiamo festeggiato con un "mocha" (sorta di caffe' al cioccolato, in tazza mooolto grande) da "Cumpari", bar italiano che dati i prezzi richiede un mutuo a se' per ogni consumazione :-)
Via quindi con un altro trasloco. Scatole, scatoloni, valigie, telefonate a non finire per le nuove utenze, lo spostamento dell'indirizzo, per prendere appuntamento con i falegnami, etc... una gran fatica!
Adesso possiamo iniziare a pensare a come sistemare la nostra casa. Dare fuoco all'odiata moquette sara' il primo passo :-) ... ma piu' penso al bagno piu' sono convinta che la vasca da bagno MARRONE SCURO con rivestimento murale in FINTO MARMO debba avere i giorni contati... mio marito dice che non e' cosi' tremenda... ma chi ha una laurea in industrial design, tra i due??? ;-)

lunedì 19 settembre 2011

Una vita da immigrato - post semiserio

Che non sia facile vivere da immigrato in un paese straniero si sa.
Anche in un paese civile e moderno come il Canada non e' facile ed i momenti di sconforto esistono.
Mi piace tenere contatti con altri immigrati italiani in questo paese e seguire le loro storie: c'e' chi ce la fa piu' velocemente di altri (a raggiungere una buona posizione lavorativa, una buona soddisfazione personale, una buona integrazione nella comunita', e cosi' via) e chi invece impiega piu' tempo a trovare la propria strada.
Quando ripenso a queste storie, mi viene in mente il mio amico Angelino.
Ecco cosa mi raccontava, quando lavoravamo insieme qualche anno fa, in Italia:
"Sono venuto da un piccolo paesino della Calabria, giovanissimo, da solo. La mia famiglia rimase al paese ed io venni qui (al Nord) per trovare un lavoro. I primi anni feci tantissimi debiti per comprarmi il necessario: la lavatrice, il letto, e cosi' via. Lavoravo come uno schiavo tutto il giorno e quando tornavo a casa a volte mi buttavo sul letto e piangevo, fino ad addormentarmi".
Angelino mi raccontava queste storie sorridendo. E' sempre stata una delle persone piu' positive e ambiziose che io abbia mai conosciuto, di quell'ambizione onesta, dettata dalla voglia di migliorare non tanto la posizione economica quanto la propria soddisfazione personale.
Angelino, nel corso degli anni in cui siamo rimasti in contatto, ha cambiato tantissimi lavori e ogni volta si e' buttato con passione e serieta' nelle sue nuove avventure, cercando poi di cambiare non tanto perche' stanco o annoiato quanto per migliorarsi come persona.
Mi diceva di avere una lista di cose che avrebbe voluto imparare o fare nella sua vita e che (seppure giovane) era riuscito a fare quasi tutto (tranne, all'epoca, sposarsi e imparare l'inglese, non necessariamente in questo ordine!).
Mi piace ripensare a questa persona che non si e' mai arresa e non si e' mai pianta addosso.
Angelino, sappi che nella mia nuova cucina appendero' il nostro motto: "Ordine, discliplina... e cipolla ovunque!".

venerdì 16 settembre 2011

Comprare casa - parte 3


Fatta l'ispezione della casa (per evitare di comprare una fonte perenne di problemi, o almeno sperarlo) si ritorna al balletto della negoziazione del prezzo.
Se l'ispezione e' positiva e non rivela grossi problemi si puo' tentare di contrattare ancora un pochino; se l'ispezione rivela qualche problema la cui risoluzione porterebbe a spendere una grossa cifra, i casi sono due: si puo' rinunciare all'acquisto della casa oppure negoziare molto sul prezzo (o anche chiedere che il venditore faccia le dovute riparazioni a sue spese).
Arrivati ad un accordo, a volte dopo estenuanti trattative, finalmente si puo' partire con le varie firme: atto di compravendita, mutuo, assicurazione...
Insomma, comprare una casa e' una fatica enorme.
Inoltre, quando l'agente immobiliare telefona per dire la mitica frase:"Congratulazioni, il venditore ha accettato la vostra offerta, adesso avete una casa!" occorre rispondere con un tono adeguato.
Mi spiego: lui/lei pronuncia questa frase solennemente e con un tono elettrizzato, per cui NON rispondete: "Oh, ok" perche' non ve lo perdonerebbe MAI.
Dovete dire: "Uao, ma e' fantastico! Siamo cosi' felici!! Siamo cosi' emozionati!
E' grandioso..." e cosi' via. Esagerate pure e se potete fingete di piangere dalla commozione.
Anche se qui si vende/compra casa ogni 4/5 anni, il tutto e' considerato elettrizzante.
Se non dimostrate interesse, sarete considerati strambi e verrete guardati sempre con un occhio sospettoso...

mercoledì 31 agosto 2011

Comprare casa - parte 2


Volete comprare una casetta in Canada', con vasca e pesciolini e tanti fiori di lilla'?
Ecco i vari passi da seguire:
1. immigrate qui. A meno che siate ricchissimi magnati cinesi, non potreste permettervi le altissime tasse (cosi' ci dicono) se non siete Permanent Resident.
2. mettetevi comunque il cuore in pace sulle alte (non altissime) tasse di proprieta' annuali, al confronto delle quali l'ICI che pagate in Italia e' uno scherzo.
3. cercate un mortgage broker (agente per il mutuo) e fate il pre-approval, cioe' capite quanto potrete spendere per l'acquisto della casa a seconda delle finanze di cui disponete.
4. cercate un buon agente immobiliare e siate preparati alla sua (bonaria) invadenza.
5. navigate su www.mls.ca e guardate quali case sono in vendita al momento. Se abitate nell'area di Vancouver, non fatevi del male guardando i prezzi delle case sull'Isola o al nord del BC (peggio ancora, in Quebec)
6. andate a visitare le case prescelte e curiosate in giro: aprite le ante dei mobili, guardate sotto i letti, commentate il colore degli asciugamani (anche se non sono in vendita): si puo' fare.
7. dimostrate i vostri sentimenti all'agente immobiliare: se la casa vi piace, dichiaratevi "excited" e fatelo vedere (nessuna connotazione sessuale in questa parola, vuol dire che siete "emozionati"); se non vi piace, esternate la vostra delusione. Noi non lo abbiamo fatto in maniera appropriata e la nostra agente immobiliare secondo me ne e' molto delusa.
8. se una casa vi piace, dovete fare un'offerta. Il prezzo chiesto dal proprietario non e' mai quello di vendita, in genere la comprerete a meno.
9. agite rapidamente. Qui le case non restano in vendita mesi (se non anni!) come in Italia. A noi sono sfuggite piu' di una casa da sotto il naso nel giro di una settimana.
10. se l'offerta e' accettata dal venditore, inizierete il balletto delle firme dei documenti, ma il tutto e' meno "serioso" che in Italia.
11. prenotate la famosa ispezione.
12. iniziate a cercare un imbianchino, i bagni verde smeraldo non si addicono agli italiani.
13. rassegnatevi: non esiste il bidet, le pareti dei bagni non sono piastrellate, dovrete far togliere l' onnipresente moquette dalla sala da pranzo, non esistono tapparelle/imposte alle finestre. Se visitate una casa che NON ha queste caratteristiche significa che e' di un italiano.
... seguira' presto la Parte 3!!

Comprare casa - parte 1


Comprare casa e traslocare e' uno dei piu' grandi stress della vita di una persona.
Se poi lo devi fare all'estero, lo stress raddoppia: ambiguita' linguistiche, cambio della valuta e trasferimento dei fondi, strane usanze tipo ispezioni ingegneristiche preventive della casa, agenti immobiliari troppo aggressivi o troppo scansafatiche... e vogliamo aggiungere una certa dose di masochismo nel guardare centinaia di episodi di reality centrati sull'acquisto di case su Home & Garden TV??

I presupposti dell'acquisto di una casa in Canada sono diversi da quelli italiani, bisogna farsene una ragione. Le principali differenze?
1. La casa che comprerai non sara' quella definitiva. La gente qui trasloca spesso: cambia lavoro, citta', famiglia. Non esiste l'ossessione tipicamente italiana della "casa ereditata dai nonni/genitori".
2. Le case sono fatte di legno. Una parete si butta giu' in un'ora.
3. Le case hanno i bagni imbiancati di verde smeraldo o di viola.
4. Tutte le case hanno la moquette. Solitamente di colore rosa.
5. Le case vengono vendute con i mobili della cucina e con i mobili del bagno, piu' gli elettrodomestici di base: frigo, lavatrice, asciugatrice, lavapiatti.
6. C'e' gente che non compra una casa perche' non gli piace la moquette rosa, il bagno verde smeraldo, il frigorifero bianco. Credetemi.
7. Gli agenti immobiliari sono pagati solo da chi vende la casa: voi che comprate non versate un dollaro. In compenso, sarete bersagliati di telefonate ed email, a meno che non lavoriate con la nostra agente immobiliare: abbiamo trovato NOI la casa e l'abbiamo bersagliata NOI di telefonate ed email. Probabilmente, ancora adesso non puo' credere che compreremo la casa.
8. Quando comprate una casa dovete far fare un'ispezione da un tecnico qualificato: se trova dei problemi, la contrattazione riparte - o la vendita salta.
9. Le case hanno il giardino sul retro (backyard). Anche se hanno piu' terreno davanti, il giardino utilizzato e' quello sul retro. Il perche'? Boh. Se trovate una casa con il giardino davanti recintato per poterlo utilizzare, e' di un immigrato che si e' chiesto la stessa cosa e si e' dato la stessa risposta.
10. Non guardate Holmes Inspection su HGTV quando avete firmato l'offerta di acquisto di una casa e dovete ancora far fare l'ispezione: vi terrorizzera' a dismisura!!

lunedì 22 agosto 2011

In traghetto...


Ultimamente stiamo sperimentando le traversate in traghetto, per effettuare qualche viaggetto sull'Isola di Vancouver o sulla costa un po' piu' a Nord (Sunshine Coast, la Costa del Sole).
Viaggiare in traghetto sul Pacifico, godendo di paesaggi spettacolari, e' secondo me meraviglioso.
Anche con un bambino al seguito, tutto sommato, la traversata non e' male: i traghetti del British Columbia (per lo meno quelli piu' grandi) dispongono addirittura di una area giochi dove i bambini possono giocare e sfogarsi (e dove si trasmette "Dora" ininterrottamente alla TV!).
I terminal dei traghetti sono stati poi recentemente ingranditi e rimodernati, probabilmente prima delle Olimpiadi del 2010, e questa e' una vera fortuna, perche' oltre alle gioie della traversata stiamo sperimentando anche i dolori, ossia le lunghe ore di attesa in coda per prendere il traghetto...
Chi abita sull'isola vuole andare sul continente, e ovviamente frotte di persone da Vancouver si spostano nella direzione opposta, per passare il weekend in qualche bel paesino dell'Isola. Il risultato? I traghetti sono presi d'assalto, e capita di bivaccare in coda davanti al molo anche per qualche ora (ieri pomeriggio, per l'esattezza, 4 ore secche). Se nel terminal non avessero costruito bar, bagni, area giochi per i bambini e negozietti credo che la citta' di Nanaimo (in questo esempio) sarebbe stata presa d'assalto da orde di persone affamate e da bambini isterici e piangenti (ma il nostro si e' comportato benissimo, per fortuna!), con effetti tipo saccheggio.
A dire il vero, i canadesi sono organizzati e rassegnati. Campeggiano allegramente in coda, tirando fuori sedie e tavoli da campeggio, cibo, libri e carte da gioco, scambiandosi esperienze sulla prenotazione...
Gia', la prenotazione esiste, pero' per i periodi "caldi" e' impossibile trovare un posto libero a partire anche da qualche settimana prima, anche perche' i posti disponibili per la prenotazione sono limitati ad una certa percentuale, dopodiche' "chi prima arriva meglio alloggia"...
Ovviamente noi neofiti immigrati e sprovveduti pensiamo che solo in Italia ci sia la bolgia, anche perche' siamo venuti qui in Canada con l'illusione che ci sia meno gente in giro... certo, in giro c'e' effetivamente meno gente perche' tutti sono in coda per prendere qualche traghetto!! :-)

lunedì 15 agosto 2011

Un pò di tatto...

Ultimamente sono alle prese con dei nuovi corsi (di lingua inglese, questa volta) e quindi con dei nuovi compagni, eterogenei e variegati come i tipi di caffè che si possono trovare in questa città...
Le dinamiche che si creano combinando età, provenienza, cultura e inclinazioni personali di diverso tipo sono esplosive: mettete insieme un mediorentale un pò saccente e insistente con un giovane coreano troppo educato e assisterete alla seguente scenetta:
A - Ho sentito che in Corea mangiate il cervello delle scimmie!
B - Cosa??
A - Si, ho sentito che mangiate il cervello delle scimmie vive...
B - No, è discustoso, e poi non abbiamo neanche le scimmie in Corea, le vediamo solo allo zoo!!
A - Si, voi mangiate in cervello delle scimmie: ho tanti contatti con il Sud della Cina e con la Corea e so che lo fate
B - ... mai visto una scimmia se non allo zoo. Ti dico che non è vero!
moglie di A - mah si, l'ho visto anche in un film... quello dell'archeologo... Indiana Jones... mangiavano il cervello delle scimmie vive!
B - (ormai senza parole)...
A - erano coreani?
moglie di A - si, mi sembra di si!!! Probabilmente è una cosa da ricchi!
B - ...
A - visto che è vero? Dovresti conoscere bene il tuo Paese!!
B - ...

Santo cielo...

lunedì 6 giugno 2011

Il referendum in British Columbia e in Italia

Qualche giorno fa abbiamo ricevuto le schede per votare al referendum di Giugno in Italia.
Ovviamente, non abbiamo capito nulla e dobbiamo documentarci. Io sto male al solo pensiero. Non ho la più pallida idea di dove reperire delle informazioni utili, chiare, concise, pratiche... credo che il fatto di risiedere in un altro continente non influisca su questa sensazione... voglio dire, la provate anche voi in Italia, siate sinceri...
Sempre qualche giorno fa, abbiamo ricevuto l'opuscolo informativo per il referendum che si terrà qui in BC tra qualche settimana. Noi non possiamo votare, non essendo (ancora!) cittadini canadesi, ed è un gran peccato, perchè ho capito molto di più di questo referendum che di quello italiano.
Facciamo un piccolo confronto:
- Domande (abrogative) del referendum italiano: lunghe, incomprensibili, scritte in minuscolo (si, noi all'estero abbiamo già le schede in mano - si vota per corrispondenza).
- Domanda (una) del referendum in BC: "Volete abolire la tassa Tal dei Tali e tornare alla tassa Tal dei Tali Vecchia Maniera? (la lunghezza della domanda è proprio questa)
- Informazione in Italia: ...???!@zz*##... boh.
- Informazione in BC: come ho detto, arriva a casa un opuscolino di 4 pagine dove sono esposte le ragioni del Si, le ragioni del NO, obiezioni delle rispettive parti alle dichiarazioni dell'avversario, analisi INDIPENDENTE di cosa comporterebbe abolire o mantenere la suddetta tassa, links web per ulteriori informazioni, il tutto supportato ovviamente da fatti e cifre alla mano.

Perchè noi italiani dobbiamo subire tanta cialtroneria?

lunedì 30 maggio 2011

Italiani-coreani, una faccia-una razza (??)

Il nostro nuovo amico coreano è uno spasso.
Ha un nome proprio che Bossi, se ne venisse a conoscenza, userebbe forse per un futuro nipote (ma che qui ometto, per privacy... comunque assomiglia molto a "Insubria").
Ieri siamo andati a fare una camminata con i nostri figli al parco, e se n'è uscito con una lista di caratteristiche che accomunano gli italiani con i coreani. I e mio marito ci siamo guardati perplessi, ma il nostro amico era serio, e siccome non volevamo minare da subito la nostra amicizia abbiamo concordato.
Ecco la sua entusiastica visione delle nostre due culture:
- le nostre due nazioni sono entrambe una penisola, ed antrambe hanno una grossa isola;
- siamo portati a considerare per prima cosa le persone, anche negli affari, e non tanto il profitto; un paio di bicchierini, secondo lui, aiutano a portare a conclusione anche le trattative più ostiche;
- ad entrambe le popolazioni piace mangiare l'aglio.

Sono perplessa. I suoi racconti del mondo del lavoro e dello stile di vita coreani, esposti quando frequentavamo insieme un corso, non erano molto vicini allo stile di vita/lavoro italiano.
E quando ha raccontato che al suo Paese se chiede un certificato al governo gli arriva via internet in 5 minuti, gli abbiamo risposto che dovrebbe andare in Italia a richiedere un passaporto.
Comunque sia, è bello vedere tanto entusiasmo nel cercare punti in comune. Alla fin fine, non conta da dove proveniamo, conta se stiamo bene insieme.
La giornata è finita con le gambe sotto al tavolo in un ristorante coreano, dove io e mio marito abbiamo dimostrato di apprezzare la cucina tradizionale.
Lui, sua moglie e sua figlia vanno matti per pasta, pizza, caffè espresso. Io, mio marito e mio figlio non ci tiriamo indietro se si tratta di provare qualcosa di nuovo.

E poi sì, ammettiamolo: ci piace l'aglio.

domenica 8 maggio 2011

In chiesa

La Chiesa in Canada e` pratica. Ossia, pensa ai problemi della gente e offre dei servizi per risolverli. La spiritualita` e la fede sono importanti, ma qui si basano anche su fatti concreti.
Degli esempi:
- siete credenti ma avete uno o piu` bambini piccoli e tenerli in Chiesa durante la Messa e` un problema? Beh, lo e` in Italia, dove `Laciate che i pargoli vengano a me` e` solo un modo di dire. Qui, in Chiesa esiste la `Cry Room`: se il bambino piange, diventa insofferente o semplicemente, come il nostro, ha appena iniziato a parlare e non sta zitto un secondo, seguite la Messa da questa stanzetta a parte, situata in fondo alla Chiesa e dotata di vetrata, panche, libri per bambini, asciugamani di carta, cestino. I bambini, riuniti qui dentro, se la spassano e i genitori possono presenziare la Messa. Geniale, no?
- Le Chiese non sono gelide come quelle italiane: saranno meno storiche e affascinanti, ma si sta al caldo. E potete trovarvi appesi cestini di fiori, stendardi, aquiloni. Insomma, sono discretamente allegre.
- finita la Messa vi trovate con un languorino allo stomaco? La Parrocchia organizza delle colazioni post-Messa a prezzo irrisorio. Caffe`, salsicce, patate, pane imburrato, marmellata, pancakes e parrocchiani che vengono a presentarsi e a chiedervi se siete nuovi, per darvi il benvenuto. Qualche parrocchia organizza anche delle cene (spartane) che sono l`occasione per incontrare vecchi amici e sostenere economicamente la Chiesa. Bella idea, vero?
- Se siete fedeli costanti (cioe` andate a Messa tutte le settimane) potete fare richiesta per avere una ricevuta, alla fine dell`anno, di quanto avete dato in offerta durante le Messe: lo si puo` scaricare dalle tasse. Date il vostro nome in Parrocchia e ogni domenica fate l`offerta con una busta con stampato il vostro nome (tutto preparato da loro). Organizzati, no?
- La Parrocchia stampa ogni settimana un bollettino con gli eventi che seguiranno: a leggerlo, ci si domanda se si tratta di una Chiesa o di una Casa del Popolo: vendite di torte, vendite di tacchini (per il Ringraziamento), corsi di lingue straniere, corsi di karate, cene per single (per incontrare possibili partner), concerti, mostre, etc. Beh, direi che si danno da fare!

giovedì 5 maggio 2011

Il dentista


Ed ecco arrivare il temuto appuntamento con il dentista...
Beh, tanto di cappello per gli standard! Vabbè che non abitavo, in Italia, in una grande città... però di dentisti ne ho cambiati 3-4 e nessuno mi ha offerto una qualità del genere!
Ecco i punti principali:
- Il dentista è puntuale, non fa aspettare un'ora in sala d'aspetto: se dice di andare alle 11, alle 11 è pronto.
- Per la prima visita si parte con una radiografia panoramica, 2 laterali e un controllo accurato dei denti, con tanto di foto; dopodichè il dentista, materiale alla mano, spiega tutto quello che vede e che ha segnato sui suoi appunti (qui tutti vogliono essere sicuri che il paziente capisca bene quello che sta succedendo e quello che succederà).
- Dopo la pulizia dei denti, regalano uno spazzolino nuovo e del filo interdentale (a mio marito anche il dentifricio, perchè a me no?? però mi hanno dato un coupon per averlo gratis al supermercato, ora che ci penso!)
- Il dentista indossa SEMPRE la mascherina (mica come qualche dentista di mia conoscenza) e non passa tutto il tempo a parlare e fare battutine all'assistente, rivelando anche particolari intimi della sua vita privata (come quasi tutti i dentisti di mia conoscenza).
- La sedia si reclina fino a proiettare il paziente in posizione quasi verticale, ma con i piedi in alto :-) E sul soffitto c'è la televisione, così si può guardare "La vita secondo Jim" mentre il dentista fa il suo lavoro...
- Vengono offerti degli occhiali da sole, per non essere infastiditi dal fascio di luce che devono indirizzarti sulla bocca... questa è nuova, vero??
- Le ragazze in reception sono gentili e danno gli adesivi con sopra scritta la data del prossimo appuntamento.

Nota personale: sono inviperita con i 2 dentisti che mi hanno visitato prima di partire, un anno fa, perchè nonostante avessi espressamente chiesto di controllare alcuni problemi che pensavo di avere e di fare una banale pulizia dei denti, mi hanno detto "ma no, vai tranquilla". Il risultato? La settimana prossima mi devono estrarre un dente del giudizio che giace in posizione orizzontale anzichè verticale e che ha causato una mega carie al dente di fianco, che va quindi devitalizzato...
Io, un anno fa: "Ma quel dente del giudizio non darà problemi? non mi sembra normale..." - Il dentista: "Ma no, quello ormai sta li, vai tranquilla..."
Certo, il dente non è andato da nessuna parte, in compenso io sono venuta (tranquillamente) in Canada insieme ad una bella carie... forse che qualcuno vuole evitare lavori piccoli oggi per poterne effettuare di grossi (e costosi) domani?

venerdì 15 aprile 2011

Richiesta di amicizia

Di avere un'affinità con gli asiatici, in particolare con i Coreani (del Sud, perchè del Nord non se ne vedono molti!) l'ho scoperto durante il mio primo soggiorno qui a Vancouver, nel 2003.
All'epoca mi sono trovata a studiare inglese in una scuola frequentata al 90% da asiatici, vuoi per il periodo dell'anno (autunno, quando gli europei non viaggiano) vuoi per la vicinanza di questo continente con il loro. Le mie compagne di classe? Tutte coreane. Devo averle colpite, perchè mi hanno subito adottata nel gruppo. Una di loro, in particolare, mi ha ufficialmente eletta sua sorella maggiore, una sorta di carica onorifica che mi ha commosso.
I coreani sono fantastici. Educati, pacati, ma con uno spiccato senso dell'umorismo. Insomma, mi ci trovo a mio agio, non è gente da colpi bassi: se gli sei simpatico, gli sei DAVVERO simpatico.
Quest'anno ho conosciuto un coreano, al mio corso Soft Skills. Dopo qualche lezione passata a fare esercizi e conversazione con compagni con cui era difficile interagire (per i più svariati motivi), siamo capitati nello stesso tavolo di lavoro e probabilmente abbiamo entrambi tirato un sospiro di sollievo, perchè finalmente si riusciva a lavorare ;-)
Il fatto di avere entrambi un figlio della stessa età e di avere avuto esperienze di vita o di lavoro con la reciproca nazione ha dato il via a simpatiche conversazioni e ha fatto sì che l'altra sera il mio compagno di corso si sia sentito talmente a suo agio da chiedermi una cosa che non mi sentivo chiedere dalle elementari: "Possiamo diventare amici?".
Naturalmente, il discorso è stato più lungo, una cosa tipo: " Visto che siamo entrambi nuovi del posto, che abbiamo i bambini della stessa età e SE anche tuo marito non ha tanti amici, MAGARI possiamo diventare amici e uscire insieme con le famiglie ..." :-)
Abbiamo quindi concordato quanto segue: dato che sua moglie e sua figlia sono ghiotte di pasta, la cucinerò per loro; dato che io e mio marito siamo ghiotti di kim-chi (andate a cercare cos'è!!) sua suocera ce lo preparerà per noi; andremo insieme nei rispettivi ristoranti tipici e ogni coppia tradurrà il menù per l'altra, onde evitare sorprese nel piatto.
... ma com'è che, gira e rigira e non importa la provenienza, si finisce sempre con le gambe sotto il tavolo?? :-)

lunedì 11 aprile 2011

Soft Skills

Ultimamente sto seguendo dei seminari inerenti il mondo del lavoro in Canada.
Gli argomenti principali sono: redarre una curriculum in formato nord-americano (quello europeo o peggio ancora italiano contengono troppe informazioni private tipo età, sesso, stato civile, etc); prepararsi per sostenere un colloquio di lavoro; sapere come ci si comporta sul luogo di lavoro.
A prima vista questi argomenti possono sembrare banali, ma vi assicuro che le informazioni che ci vengono fornite mi sarebbero state utilissime anche in Italia, nelle mie precedenti esperienze lavorative. Bisogna però prepararsi adeguatamente prima del colloquio. Per esempio: come rispondete quando vi chiedono qual è un vostro difetto? La tecnica "del sandwich" vi aiuta. Cosa rispondete se vi chiedono perchè volete lavorare per la loro azienda? Dovete aver preparato una risposta ragionevole. E così via.
Parlando poi dei "soft skills" cioè della capacità di interagire in un ambiente di lavoro, si scoprono cose interessanti sui canadesi, tipo: se qualcuno ti chiede cosa farai durante il weekend, ciò non deve essere interpretato come un preludio ad un invito (che di fatto non avverrà mai); i colleghi non vogliono sentire dettagli sulla tua vita privata, soprattutto sui tuoi problemi; il lamentarsi, anche per scherzo, è un comportamento da evitare; in caso di problemi con i colleghi, non mandare giù il rospo passivamente ma cercare di parlare per risolvere la situazione (questo in un mondo ideal-canadese, perchè di fatto alcuni miei compagni di corso riportano di essere stati mandati a quel paese in seguito all'uso di questa tecnica)...
Alcuni di questi suggerimenti/tecniche sono in effetti validi: essere adeguatamente preparati per un colloquio di lavoro è fondamentale per non fare la figura dell'imbecille e per ottenere il lavoro, sia qui che in tutti gli altri paesi del mondo. E sapere che non bisogna ammorbare i colleghi con i racconti sulla salute del figlioletto è effettivamente utile, pena il fuggi-fuggi generale quando si entra in una stanza.
Insomma, qui le cose sono effettivamente un pò diverse dall'Italia ed esserne consapevoli aiuta a non andare incontro a delusioni o incomprensioni.
Per il momento, mi diverto a parlare con i miei compagni che arrivano da tutte le parti del mondo e a scoprire cose interessanti: c'è chi mi spiega le regole del cricket, chi mi racconta il metodo coreano di risolvere i conflitti sul posto di lavoro, chi effettivamente mi ammorba con la storia della sua vita... ma è semplice, alla lezione successiva basta cambiare il posto a sedere e trovare qualcuno di più simpatico!!

giovedì 31 marzo 2011

L'ammerica

La mia generazione è cresciuta a suon di telefilm americani.
In un contesto tipicamente italiano (nel mio caso, un paesello ai piedi delle Alpi) abbiamo conosciuto questo lontano continente attraverso quello che ci propinava la televisione, vivendo inconsapevolmente una strana doppia vita: realtà italiana e immaginario americano... non so se riuscite a capirmi.
Abbiamo sognato e conosciuto le Hawai con Magnum PI, che guidava una Ferrari (italiana); abbiamo preso coscienza della multiculturarietà con i Jefferson e con Arnold, quando a quei tempi in Italia le persone di colore erano pochissime; ci siamo divertiti con l'A-Team; abbiamo vissuto in un mondo patinato tramite Beverly Hills (che però io ho sempre accuratamente evitato di vedere, mi sembrava eccessivamente fuori dal nostro stile di vita!).
Con la testa inconsciamente piena di queste immagini (qualcuno dirà: "sì, di scemenze"), siamo quindi atterrati in Canada e abbiamo iniziato qui la nostra nuova vita... che strana sensazione non essere mai stati in un posto e tuttavia riconoscerne i suoni (sirene della polizia), i colori (i cartelli stradali), le tipiche insegne (al neon, ancora molto di moda qui), le auto ("Guarda! quella è la macchina che guidava Sberla!" mi dice mio marito un giorno), le zone residenziali alla Wisteria Lane e così via.
Qualcuno qualche giorno fa mi ha detto: "Eh, deve essere stato uno choc culturale difficile, iniziare a vivere qui"... Come?? Choc culturale?? A parte che non arrivo dal paesino del profondo Burundi (per dire, eh! non me ne vogliate) ma vengo dall'Europa... e poi è tutto una sorta di già visto, già vissuto, già sperimentato, proprio grazie alla televisione.
Certo c'è sempre di che stupirsi, soprattutto del buon funzionamento burocratico e del senso civico delle persone. Ecco, queste cose nei telefilm non ci sono. Ma forse perchè non sono telefilm canadesi... guardate il film "Operazione Bacon Canadese" di Michael Moore, e poi capirete dove siamo venuti ad abitare... :-))

martedì 29 marzo 2011

Italianglish

La comunità italiana qui a Vancouver è ben radicata nella cultura canadese, anche se forse la presenza di italiani non è numerosa come a Montrèal.
Tra gli italiani immigrati qui negli anni 50/60 ci sono anche i miei parenti, che hanno passato la loro vita parlando un inglese semplice e un dialetto italiano a volte complicatissimo.
Parlare con loro è una continua fonte di ispirazione e di divertimento. Il loro iniziare una frase in una lingua e finirla in un'altra è confusionario, nel senso che genera un'estrema confusione tra quello che LORO vogliono dire e quello che NOI possiamo capire.
Proverbiale ed esilarante è la loro capacità di utilizzare parole inglesi declinandole in italiano, creando così una sorta di "italianglish".
Piccoli esempi: "sono andato a parkare la macchina", "prendi una bagga per metterci dentro le mele", "il mio vicino di casa fa il contrattore" e così via (a voi la gioia di tradurre le parole italianglish).
Il fatto poi che si sforzino di parlare con noi in italiano "puro" e non in dialetto (presumendo che non siamo in grado di capire) genera ulteriori storpiature grammaticali e frasi dal senso delirante, dando così vita ad una comunicazione senza dubbio creativa...

martedì 22 marzo 2011

Italiano zoppicante...

No, non ho incontrato nessun italiano claudicante, nè tantomeno mio marito si è fatto male ad un piede (per ora).
Ogni tanto qualcuno mi manda qualche messaggio chiedendomi informazioni varie e generiche sulla vita in Canada, e a volte il messaggio risulta scritto in un italiano decisamente maldestro (diciamo così, và). Non che io pretenda di essere l'erede di Italo Calvino nè tantomeno di essere un'esperta di lingua italiana (sono solo un povero perito meccanico passato poi al design): per esempio, dopo la virgola non dovrebbe esserci la congiunzione "e" (regola che ho infranto poco fa)... ma insomma, il troppo è troppo!
Passino le domande vaghe la cui risposta mi porterebbe via qualche ora di tempo e qualche seria riflessione filosofica, passino le domande degli indecisi che vorrebbero decidessi io al posto loro, passino quelli che non hanno voglia di recuperare le informazioni sui canali ufficiali e chiedono "come si fa per emigrare in Canada", ma decisamente non passino i messaggi scritti in un italiano incomprensibile o decisamente scorretto!
Mi dispiace, ma già il tempo è limitato; se poi devo interpretare e rispondere a persone che non sanno mettere insieme due frasi di fila, scusatemi ma non sono disposta a farlo.
L'italiano è una bella lingua: leggete, quando scrivete sforzatevi di farlo in maniera comprensibile e se possibile rileggetevi prima di mandare un messaggio.

Mi attirerò un sacco di insulti, già lo so...

Messaggio per chi mi ha contattato per richiedermi info/pareri: se vi ho risposto, tutto quello scritto sopra non era riferito decisamente a voi!!

lunedì 28 febbraio 2011

Pollo agli aintibiotici

Purtroppo non si tratta di una nuova ricetta di cucina... anzi, in realtà lo è: questo è quello che ci troviamo nel piatto qui in Canada.
Prima di trasferirmi qui, qualche pensiero di inquietudine lo avevo provato: si sa che gli Usa e in Canada non vanno tanto per il sottile tra pesticidi, Ogm, antibiotici. Poi il marasma dell'adattamento e dell'organizzazione della nuova vita mi hanno posto altre priorità, e le inquietudini cibarie sono passate in secondo piano, finchè un paio di settimane fa ho per caso visto un servizio televisivo della mitica Radio Canada (CBC) sul pollo agli antibiotici, e mi è venuto un colpo.
I fatti sono questi: il pollo (ma anche tutti gli altri tipi di carne) è imbottito, da vivo, di antibiotici a scopo preventivo. Il Canada non pone nessuna limitazione alla quantità di antibiotici che un allevatore può somministrare; di conseguenza, simpatici batteri tipo la salmonella hanno sviluppato una super-resistenza agli antibiotici. Se per caso un essere umano si becca uno di questi batteri (e vi assicuro che le intossicazioni alimentari, in questo paese di fast-food selvaggi, sono facilissime da prendere) può diventare un vero problema guarire, dato che gli antibiotici non funzionano.
Una bella beffa, per una nazione che agli esseri umani non prescrive (giustamente) antibiotici se non quando è davvero necessario (per esempio in caso di mal di gola recidivo un medico fa fare un tampone per controllare se deriva da un batterio o da un virus, dando gli antibiotici solo nel caso del batterio).
Insomma, ecco allora le precauzioni da prendere per non beccarsi inutili super-batteri dal pollo ingozzato di antibiotici:
- non mangiare pollo, e a questo punto nessun tipo di carne
- mangiare solo pollo biologico, allevato senza antibiotici e con mangimi consoni (qualche super batterio è stato trovato anche su quello, però!)
- trattare il pollo crudo come fosse radiottivo, per eliminare il pericolo di super batteri che si attaccano a piatti, posate, taglieri, padelle e lì vivono allegramente FINO AD UN MESE, lavando tutto accuratamente ed evitando le famose "contaminazioni crociate" dei cibi (es. non tagliare la mela a fette sul tagliere dove ho appena fatto a pezzetti il mio pollo, a meno di cuocere anche la mela accuratamente), ricordandosi che la cottura del pollo deve avvenire ad una certa temperatura (ho comprato uno di quei piccoli termometri da cibo, per controllare!!)

Nell'Europa che abbiamo lasciato alle nostre spalle, andate tranquilli: gli antibiotici per gli animali, legalmente, non sono ammessi a scopo preventivo.

mercoledì 2 febbraio 2011

Recco in Skytrain

Ieri sera stavo viaggiando in Skytrain (cioè la metropolitana all'aperto di Vancouver), verso l'ora di cena, per andare alla mia lezione di Italiano.
Mi piace viaggiare in Skytrain, è una specie di treno elettrico sopraelevato, da cui si possono vedere scorci panoramici interessanti: le montagne di North Vancouver, il fiume Fraser, le cime dei monti di Vancouver Island... di sera però, con il buio, non si vede molto dai finestrini, quindi quando è salito un uomo che si è seduto davanti a me con il giornale ho iniziato a sbirciare le sue pagine. Ad un certo punto ho allungato l'occhio perchè il giornale parlava di ristoranti tipici italiani a San Francisco (non che sia proprio dietro l'angolo) e mi stavo divertendo a guardare le foto dei piatti, tentando di capire se fossero davvero piatti tipici italiani.
Insomma devo essere stata un pò troppo insistente nel mio fissare il giornale, perchè ad un certo punto l'uomo, in prossimità della sua fermata, mi ha agitato il giornale sotto il naso e mi ha chiesto se lo volevo tenere. Io mi sono sentita un pò in imbarazzo, pensando di aver fatto una magra figura, ma l'uomo mi ha sorriso, mi ha detto "Tanto io adesso devo scendere, può tenerlo" e uscendo dalla porta dello Skytrain ha aggiunto "E' davvero molto interessante!" ed è andato.
Ci ho guadagnato un articolo in cui parlano di un ristorante ligure a San Francisco dove sfornano un'autentica focaccia di Recco, "piccolo paese poco distante da Genova e famoso per poche altre cose"... e le acciughe all'Ammiraglia?? Le fave con il salame?? La spiaggetta "Ciapèa" sotto casa nostra??
Ah, che nostalgia... e che acquolina in bocca!

lunedì 31 gennaio 2011

Cantando sotto la pioggia...

A Vancouver, si sa, piove spesso. Soprattutto in questa stagione, cioè in inverno, poichè invece della neve qui abbiamo la pioggia.
Quindi ci si arma di scarpe/stivali impermeabili, ombrelli (ma dopo un pò si lasciano a casa pure quelli), giacche waterproof e via.
L'altro giorno ho portato mio figlio all'asilo e ovviamente stava piovendo. Gli altri bambini erano già nel giardino a giocare sotto l'acqua, muniti di secchielli, scatoline, etc.
Il più piccolo, di circa un anno, era nel passeggino, vestito con una bella tuta impermeabile, anche lui sotto la pioggia.
Non ho battuto ciglio: ho messo stivali di gomma e giacca impermeabile a mio figlio e via, anche lui sotto la pioggia, uno dei più grossi terrori delle mamme italiane.
D'altronde, o si abitua subito a questo clima o rischia di vivere rintanato in casa per il resto della sua vita... ed è fortunato, perchè se fossimo rimasti a Montréal sarebbe uscito a giocare anche a - 15°C!! :-)