giovedì 31 marzo 2011

L'ammerica

La mia generazione è cresciuta a suon di telefilm americani.
In un contesto tipicamente italiano (nel mio caso, un paesello ai piedi delle Alpi) abbiamo conosciuto questo lontano continente attraverso quello che ci propinava la televisione, vivendo inconsapevolmente una strana doppia vita: realtà italiana e immaginario americano... non so se riuscite a capirmi.
Abbiamo sognato e conosciuto le Hawai con Magnum PI, che guidava una Ferrari (italiana); abbiamo preso coscienza della multiculturarietà con i Jefferson e con Arnold, quando a quei tempi in Italia le persone di colore erano pochissime; ci siamo divertiti con l'A-Team; abbiamo vissuto in un mondo patinato tramite Beverly Hills (che però io ho sempre accuratamente evitato di vedere, mi sembrava eccessivamente fuori dal nostro stile di vita!).
Con la testa inconsciamente piena di queste immagini (qualcuno dirà: "sì, di scemenze"), siamo quindi atterrati in Canada e abbiamo iniziato qui la nostra nuova vita... che strana sensazione non essere mai stati in un posto e tuttavia riconoscerne i suoni (sirene della polizia), i colori (i cartelli stradali), le tipiche insegne (al neon, ancora molto di moda qui), le auto ("Guarda! quella è la macchina che guidava Sberla!" mi dice mio marito un giorno), le zone residenziali alla Wisteria Lane e così via.
Qualcuno qualche giorno fa mi ha detto: "Eh, deve essere stato uno choc culturale difficile, iniziare a vivere qui"... Come?? Choc culturale?? A parte che non arrivo dal paesino del profondo Burundi (per dire, eh! non me ne vogliate) ma vengo dall'Europa... e poi è tutto una sorta di già visto, già vissuto, già sperimentato, proprio grazie alla televisione.
Certo c'è sempre di che stupirsi, soprattutto del buon funzionamento burocratico e del senso civico delle persone. Ecco, queste cose nei telefilm non ci sono. Ma forse perchè non sono telefilm canadesi... guardate il film "Operazione Bacon Canadese" di Michael Moore, e poi capirete dove siamo venuti ad abitare... :-))

martedì 29 marzo 2011

Italianglish

La comunità italiana qui a Vancouver è ben radicata nella cultura canadese, anche se forse la presenza di italiani non è numerosa come a Montrèal.
Tra gli italiani immigrati qui negli anni 50/60 ci sono anche i miei parenti, che hanno passato la loro vita parlando un inglese semplice e un dialetto italiano a volte complicatissimo.
Parlare con loro è una continua fonte di ispirazione e di divertimento. Il loro iniziare una frase in una lingua e finirla in un'altra è confusionario, nel senso che genera un'estrema confusione tra quello che LORO vogliono dire e quello che NOI possiamo capire.
Proverbiale ed esilarante è la loro capacità di utilizzare parole inglesi declinandole in italiano, creando così una sorta di "italianglish".
Piccoli esempi: "sono andato a parkare la macchina", "prendi una bagga per metterci dentro le mele", "il mio vicino di casa fa il contrattore" e così via (a voi la gioia di tradurre le parole italianglish).
Il fatto poi che si sforzino di parlare con noi in italiano "puro" e non in dialetto (presumendo che non siamo in grado di capire) genera ulteriori storpiature grammaticali e frasi dal senso delirante, dando così vita ad una comunicazione senza dubbio creativa...

martedì 22 marzo 2011

Italiano zoppicante...

No, non ho incontrato nessun italiano claudicante, nè tantomeno mio marito si è fatto male ad un piede (per ora).
Ogni tanto qualcuno mi manda qualche messaggio chiedendomi informazioni varie e generiche sulla vita in Canada, e a volte il messaggio risulta scritto in un italiano decisamente maldestro (diciamo così, và). Non che io pretenda di essere l'erede di Italo Calvino nè tantomeno di essere un'esperta di lingua italiana (sono solo un povero perito meccanico passato poi al design): per esempio, dopo la virgola non dovrebbe esserci la congiunzione "e" (regola che ho infranto poco fa)... ma insomma, il troppo è troppo!
Passino le domande vaghe la cui risposta mi porterebbe via qualche ora di tempo e qualche seria riflessione filosofica, passino le domande degli indecisi che vorrebbero decidessi io al posto loro, passino quelli che non hanno voglia di recuperare le informazioni sui canali ufficiali e chiedono "come si fa per emigrare in Canada", ma decisamente non passino i messaggi scritti in un italiano incomprensibile o decisamente scorretto!
Mi dispiace, ma già il tempo è limitato; se poi devo interpretare e rispondere a persone che non sanno mettere insieme due frasi di fila, scusatemi ma non sono disposta a farlo.
L'italiano è una bella lingua: leggete, quando scrivete sforzatevi di farlo in maniera comprensibile e se possibile rileggetevi prima di mandare un messaggio.

Mi attirerò un sacco di insulti, già lo so...

Messaggio per chi mi ha contattato per richiedermi info/pareri: se vi ho risposto, tutto quello scritto sopra non era riferito decisamente a voi!!