venerdì 15 aprile 2011

Richiesta di amicizia

Di avere un'affinità con gli asiatici, in particolare con i Coreani (del Sud, perchè del Nord non se ne vedono molti!) l'ho scoperto durante il mio primo soggiorno qui a Vancouver, nel 2003.
All'epoca mi sono trovata a studiare inglese in una scuola frequentata al 90% da asiatici, vuoi per il periodo dell'anno (autunno, quando gli europei non viaggiano) vuoi per la vicinanza di questo continente con il loro. Le mie compagne di classe? Tutte coreane. Devo averle colpite, perchè mi hanno subito adottata nel gruppo. Una di loro, in particolare, mi ha ufficialmente eletta sua sorella maggiore, una sorta di carica onorifica che mi ha commosso.
I coreani sono fantastici. Educati, pacati, ma con uno spiccato senso dell'umorismo. Insomma, mi ci trovo a mio agio, non è gente da colpi bassi: se gli sei simpatico, gli sei DAVVERO simpatico.
Quest'anno ho conosciuto un coreano, al mio corso Soft Skills. Dopo qualche lezione passata a fare esercizi e conversazione con compagni con cui era difficile interagire (per i più svariati motivi), siamo capitati nello stesso tavolo di lavoro e probabilmente abbiamo entrambi tirato un sospiro di sollievo, perchè finalmente si riusciva a lavorare ;-)
Il fatto di avere entrambi un figlio della stessa età e di avere avuto esperienze di vita o di lavoro con la reciproca nazione ha dato il via a simpatiche conversazioni e ha fatto sì che l'altra sera il mio compagno di corso si sia sentito talmente a suo agio da chiedermi una cosa che non mi sentivo chiedere dalle elementari: "Possiamo diventare amici?".
Naturalmente, il discorso è stato più lungo, una cosa tipo: " Visto che siamo entrambi nuovi del posto, che abbiamo i bambini della stessa età e SE anche tuo marito non ha tanti amici, MAGARI possiamo diventare amici e uscire insieme con le famiglie ..." :-)
Abbiamo quindi concordato quanto segue: dato che sua moglie e sua figlia sono ghiotte di pasta, la cucinerò per loro; dato che io e mio marito siamo ghiotti di kim-chi (andate a cercare cos'è!!) sua suocera ce lo preparerà per noi; andremo insieme nei rispettivi ristoranti tipici e ogni coppia tradurrà il menù per l'altra, onde evitare sorprese nel piatto.
... ma com'è che, gira e rigira e non importa la provenienza, si finisce sempre con le gambe sotto il tavolo?? :-)

lunedì 11 aprile 2011

Soft Skills

Ultimamente sto seguendo dei seminari inerenti il mondo del lavoro in Canada.
Gli argomenti principali sono: redarre una curriculum in formato nord-americano (quello europeo o peggio ancora italiano contengono troppe informazioni private tipo età, sesso, stato civile, etc); prepararsi per sostenere un colloquio di lavoro; sapere come ci si comporta sul luogo di lavoro.
A prima vista questi argomenti possono sembrare banali, ma vi assicuro che le informazioni che ci vengono fornite mi sarebbero state utilissime anche in Italia, nelle mie precedenti esperienze lavorative. Bisogna però prepararsi adeguatamente prima del colloquio. Per esempio: come rispondete quando vi chiedono qual è un vostro difetto? La tecnica "del sandwich" vi aiuta. Cosa rispondete se vi chiedono perchè volete lavorare per la loro azienda? Dovete aver preparato una risposta ragionevole. E così via.
Parlando poi dei "soft skills" cioè della capacità di interagire in un ambiente di lavoro, si scoprono cose interessanti sui canadesi, tipo: se qualcuno ti chiede cosa farai durante il weekend, ciò non deve essere interpretato come un preludio ad un invito (che di fatto non avverrà mai); i colleghi non vogliono sentire dettagli sulla tua vita privata, soprattutto sui tuoi problemi; il lamentarsi, anche per scherzo, è un comportamento da evitare; in caso di problemi con i colleghi, non mandare giù il rospo passivamente ma cercare di parlare per risolvere la situazione (questo in un mondo ideal-canadese, perchè di fatto alcuni miei compagni di corso riportano di essere stati mandati a quel paese in seguito all'uso di questa tecnica)...
Alcuni di questi suggerimenti/tecniche sono in effetti validi: essere adeguatamente preparati per un colloquio di lavoro è fondamentale per non fare la figura dell'imbecille e per ottenere il lavoro, sia qui che in tutti gli altri paesi del mondo. E sapere che non bisogna ammorbare i colleghi con i racconti sulla salute del figlioletto è effettivamente utile, pena il fuggi-fuggi generale quando si entra in una stanza.
Insomma, qui le cose sono effettivamente un pò diverse dall'Italia ed esserne consapevoli aiuta a non andare incontro a delusioni o incomprensioni.
Per il momento, mi diverto a parlare con i miei compagni che arrivano da tutte le parti del mondo e a scoprire cose interessanti: c'è chi mi spiega le regole del cricket, chi mi racconta il metodo coreano di risolvere i conflitti sul posto di lavoro, chi effettivamente mi ammorba con la storia della sua vita... ma è semplice, alla lezione successiva basta cambiare il posto a sedere e trovare qualcuno di più simpatico!!