mercoledì 15 dicembre 2010

Asilo nido

Uno dei problemi più spinosi qui in Canada è quello degli asili nido (un pò come in Italia).In Quebec esistono degli asili pubblici e privati al costo di 7$ al giorno, un'inezia... ma sono ovviamente presi d'assalto e le liste di attesa sono di almeno due anni.
A questo punto occorre mettersi il cuore in pace e rassegnarsi a pagare tra i 27 e i 40 $ al giorno, che inizia ad essere una cifra ragguardevole.
La cosa che però onestamente mi ha più irritato è stato l'atteggiamento di chi conduce l'asilo (in questi casi, privato): nonostante la dichiarata disponibilità di posti (tramite annunci vari), quasi nessuno ha mai risposto alle email (a volte unica maniera di contatto) e quasi nessuno ha
mai risposto ai messaggi lasciati in segreteria (anche in questi casi, unica possibilità di contatto). L'unico modo è stato di buttare giù la porta a furia di bussare...
Qui in British Columbia le tariffe sono molto più alte: si va dai 37 ai 60$ al giorno, ma almeno si riesce a contattare chi conduce l'asilo e a visitare la struttura.
Non posso fare un paragone diretto con l'Italia, avendo solo visto l'esperienza di alcune amiche ed essendo partita con un bimbo di soli 7 mesi, però almeno qui si può evitare il circolo vizioso "non lavoro-non ho il posto all'asilo per mio figlio perchè non lavoro-non posso cercare lavoro perchè non ho il posto all'asilo"...certo, i costi sono ragguardevoli, ma pare che dopo i 2 anni e 1/2 di età del pargolo le tariffe si abbassino... speriamo!!! :-)

Mike Holmes, Billy the Exterminator & gli altri

Non che con un bambino di 16 mesi io passi le mie giornate davanti alla televisione... ma una volta messo a letto il Nazgul, come lo chiamiamo affettuosamente, i 100 e passa canali televisivi di intrattenimento offrono degli spunti interessanti.
Ovviamente il mio canale preferito è HGTV, ossia Home and Garden TV, dove si tratta unicamente di case: come ristrutturarle, comprarle, venderle,
arredarle, raderle al suolo e ricostruirle da zero, etc. Il mio eroe, in questo ambito, è Mike Holmes: omone grande e grosso, viene in casa tua, fa un'ispezione, te la ristruttura dalle fondamenta al tetto e trova pure il tempo di fare la paternale all'impresa di costruzioni che ti ha fatto un lavoro del menga.
Per un europeo è affascinante vedere come buttano giù una parete in 15 minuti e la ricostruiscono in 2 ore, ma forse più che affascinante dovrei dire quasi irritante, ricordando le mie esperienze di ristrutturazioni italiche...

Un altro personaggio divertente è Billy the Exterminator che, a parte il nome e il vestiario, è degno di un collegio di educande. La sua ditta, a conduzione famigliare (spettacolare la mamma 60enne, pettinata e truccata come una attrice consumata e abbigliata con vestitini pieni di teschi e croci), si occupa di risolvere tutti i problemi inerenti alla fauna indesiderata che si presentano nel suo paesino in Louisiana.
Un procione ti ha fatto il nido in solaio? Hai la casa invasa da scarrafoni? Le formiche minacciano di mangiare le uova dei tuoi preziosi alligatori da allevamento? Chiami Billy the Exterminator (che si presenta vestito di pelle nera e borchie) e lui ti risolve il problema, il 90% delle volte senza fare del male all'animale (a parte scarrafoni e/o formiche), senza dire una parolaccia e istruendo i bambini a non avvicinarsi agli animali "selvaggi" (in effetti un serpente velenoso e un
procione infuriato sono un tantino pericolosi). Mitica la puntata in cui deve catturare dei cinghiali... lì l'ho visto un tantino in difficoltà, forse dovrebbe farsi un giro sul Monte Lema!!

Criss Angel è il novello David Copperfield, più al passo con i tempi e meno cotonato. Vive e lavora a Las Vegas, dove si esibisce con trucchi
incredibili e dove la folla lo adora. Si veste come un adolescente (jeans stracciati, smalto nero sulle unghie, capello ingellato), a volte coinvolge la
madre e il fratello e ad essere onesti un pò mi ricorda il nostro Mago Casanova... con un pò più di mezzi a disposizione!!
Posso poi elencare velocemente i temi di alcuni reality che mi sono capitati sott'occhio... alcuni decisamente agghiaccianti: Sara Palin (ve la ricordate? Governatore dell'Alaska) che mette in mostra la sua famiglia e il suo territorio; donne che partoriscono e non si sono accorte di essere incinta (?!); una famiglia con 19 figli (naturali) in cui i genitori, ovviamente, pensano di averne altri; bambine che partecipano a concorsi di bellezza spinte da mamma malate di mente...

Per spezzare una lancia in favore dei canali televisivi (americani), devo dire che almeno qui non girano deretani e mammelle a gogò come nella televisione italiana... ;-)

martedì 9 novembre 2010

Assicurare l'auto

Forse in Italia eravamo abituati troppo bene, dopo circa 3 lustri di guida senza incidenti a carico e avendo assicurato delle vetture non
lussuose... fatto sta che stipulare un'assicurazione auto qui in Canada ci è costata una piccola fortuna.Innanzitutto pare che non importi troppo il tipo di macchina che si assicura, ma piuttosto l'esperienza di guida, che per gli stranieri va
ovviamente comprovata: abbiamo quindi dovuto chiedere una lettera della nostra assicurazione auto italiana che testimoniasse da quanti anni
eravamo assicurati e quanti incidenti risultavano a nostro carico. Muniti di questa lettera (che deve essere redatta in inglese, pena dover pagare un traduttore certificato) abbiamo ottenuto un "grosso"
sconto, pari circa al 30% del preventivo, il che non ci ha impedito di pagare circa il doppio (a spanne) di quanto pagavamo in Italia... :-(Meno male che almeno la benzina è a buon mercato... circa 80 centesimi di euro al litro!

martedì 12 ottobre 2010

Manutenzione della casa

Nell'ultimo mese e mezzo abbiamo dovuto chiamare tutta una serie di tecnici per effettuare la manutenzione della casa, finora un pò trascurata dal proprietario.

Non che abbia avuto esperienze particolarmente negative in Italia, sia chiaro, ma le cose che mi hanno colpito qui in Canada sono state:

- quando chiami la ditta, al telefono risponde sempre qualcuno in maniera professionale e concisa, spiegando come verrà effettuato l'intervento e il lasso di tempo in cui il tecnico si presenterà (es. tra le 2 e le 4 del pomeriggio, non il vago "in mattinata" tipicamente italico, che a volte in realtà comprende il tardo pomeriggio);

- il tecnico si presenta effettivamente all'orario convenuto, a volte previa telefonata ("siamo la ditta Tal dei Tali, il nostro tecnico è per strada e sarà da voi entro 25 minuti);

- il tecnico si toglie sempre le scarpe o calza dei salvascarpe (che in realtà salvano il pavimento di casa, nel nostro caso ahimè moquettato);

- il tecnico guarda il lavoro da fare, ti presenta il preventivo e ti lascia decidere se vuoi effettuare l'intervento oppure no;

- si può sempre pagare in contanti, assegno o carta di credito.

Che dire... sono soddisfatta!

martedì 7 settembre 2010

Garage sales & affini

I garage sales qui in Canada sono diffusissimi.
Quando qualcuno deve traslocare o, semplicemente, fare un pò di pulizia in casa, ricorre ai garage sales: appende qualche cartello sulla via (informando del dove e quando), mette le cose di cui vuole disfarsi in giardino o davanti a casa e passa un pomeriggio pigramente seduto a guardare la gente che viene a vedere se c'è qualcosa di interessante da portar via a prezzo irrisorio.
Fin qui, tutto bene e direi tutto molto folkloristico (per noi stranieri, dove i negozietti di oggetti usati in molti casi ti strappano quasi la pelle di dosso da quanto sono cari).
Capita però che il già informale garage sale sia troppo laborioso da organizzare, o che magari si abbiano solo poche cose di cui disfarsi. I canadesi allora, tranquillamente, mettono fuori sulla strada l'oggetto incriminato con un foglietto che reca la dicitura "for free".
Fin'ora abbiamo registrato in lista:
- un mucchio di terriccio, derivato probabilmente da qualche scavo artigianale in giardino (magari un piccolo stagno)
- giocattoli
- soprammobili
- un paio di poltrone, di cui una dotata di poggiapedi
- tronchi di legno, che vengono buoni come legna da ardere.
Questo solo qui a Vancouver, in una settimana dal nostro arrivo. Nei sei mesi passati a Montreal, la varietà e quantità di oggetti messi sulla strada è stata esorbitante.
Qualcuno ci ha detto che è riuscito quasi ad arredarsi la casa... :-)

giovedì 26 agosto 2010

Lasciando il Québec

Alla fine ci trasferiamo in British Columbia, a Vancouver (detta anche "Il paradiso del Canada" per via del clima, mica dei prezzi delle case! Grrr...)
Piccola lista delle cose che mi mancheranno e che non mi mancheranno di Montréal:
- mi mancheranno:
1. i nuovi amici che abbiamo trovato, pochi ma buoni e interessanti
2. il Parc La Fontaine, miniera inesauribile di elementi bizzarri
3. il bar "Kilo" e la cameriera simpatica
4. i ristorantini "Club Sandwich" e "Lafayette", per le nostre pantagrueliche colazioni
5. Tele Quèbec, che trasmette i film di Don Camillo (in francese, ovviamente), i vecchi western, i cartoni animati del mattino
6. le vecchie che mi fermano per strada per fare i complimenti al mio bimbo parlando un francese quebecois strettissimo che non capisco (ma vabbè...)
- non mi mancheranno:
1. i ciclisti che pedalano sui marciapiedi nonostante i chilometri e chilometri di piste ciclabili di Montrèal (qualche maleducato esiste anche in Canada!)
2. l'agente immobiliare che ci ha affittato l'appartamento, che ci entra in casa senza bussare e non dice mai "buongiorno" e soprattutto "arrivederci" alla fine delle visite (per mostrare l'appartamento ai nuovi potenziali inquilini)
3. gli sbandati della Rue Sainte Catherine, che ogni tanto sconfinano anche nel parchetto giochi dei bimbi (per fortuna gira un sacco di polizia, quindi nessun pericolo)
4. i rumori notturni di chi ha fatto la nottata nella Rue Sainte Catherine (noto luogo di perdizione della città) e non ho capito perchè passa sotto casa nostra alle 4 del mattino in skate, cantando, bestemmiando, ravanando nei sacchi del "reciclage"
5. le vecchie che mi fermano per strada per dirmi che il mio bimbo ha i piedi freddi, o caldi, o è senza cappello e c'è il sole, o è vestito troppo, o è vestito troppo poco.

Grazie, Quèbec, per averci accolto così bene! Ci mancherai.

domenica 15 agosto 2010

Cupcake, dolcetti diabolici

All'inizio non ci ho fatto molto caso, ma poi pian piano ho iniziato a vedere pubblicità sui famigerati "Cupcake" un pò ovunque... e allora mi sono detta: "beh, proviamo ad assaggiarne uno!".
Così mi sono fatta consigliare da una amica autoctona, e mi sono recata in una piccola pasticceria specializzata in questi dolcetti. Visto il prezzo, ossia intorno ai $ 3.50 l'uno, ne ho presi giusto un paio e io e mio marito li abbiamo assaggiati... insomma, mi direte, ma cosa diavolo sono??
Ve lo spiego subito: sono delle micro-torte, un pò come i muffin insomma, tutti tondotti e splendidamente decorati e farciti, ma fatti proprio con un impasto da torta. Buoni, per carità, ma volete mettere con la nostra fantastica pasticceria italiana?
Spinta da un paio di programmi televisivi in cui pasticceri nordamericani si danno battaglia a colpi di chi realizza il cupcake più bello e buono (e visto il prezzo al dettaglio), ho acquistato al supermercato la confezione con il preparato e mi sono messa all'opera. Ho comprato anche la glassa al cioccolato per farcirli, illudendomi che avrei fatto dei capolavori culinari.
Ho subito scoperto alcuni fondamenti della perfetta creatrice di cupcake:
1. serve l'apposito stampo. Le formine di carta non supportano la pasta molliccia, che tende subito ad allargarsi e a far perdere la forma tonda (quella tipica del muffin, per intenderci). I miei cupcake sono venuti triangolari, ovali, quadrati, etc, ma neanche uno tondo!
2. serve la siringa per la glassa, sennò l'effetto scenico della decorazione va a farsi friggere. I miei cupcakes, già disgraziati, con la glassa spalmata a coltello sembravano usciti da un quadro di Picasso
3. la quantità di zucchero nell'impasto è mortale. Dico davvero. Li abbiamo assaggiati e ci siamo detti: "Buoni, un pò troppo dolci però", così giusto per curiosità sono andata a leggere gli ingredienti... santo cielo! Tenendo conto che la lista degli ingredienti va in ordine decrescente, il primo (prima ancora della farina!!) è lo zucchero, per un totale di 19 grammi di zuccheri su una porzione di dolcetto di 44 grammi... AARGH!

Per ora ho deciso di abbandonare i miei esperimenti. Magari ci riproverò più avanti, creando un impasto italico/casereccio e munendomi degli appositi attrezzi... :-)

venerdì 16 luglio 2010

The ghiacciato con panna

Eh si, la canicola colpisce anche Montrèal e allora tutti i bar (cafè) si sbizzarriscono a proporre "cafè glacé maison" e "the glacé maison"... così può capitare di ordinare un thè glace e di vedersi arrivare un bel the freddo con molto ghiaccio (come promesso) sormontato da una bella porzione di panna montata!
Passata l'incredulità iniziale, devo dire che il risultato non è male... ah, la creatività canadese!!

giovedì 1 luglio 2010

Parc La Fontaine

Parc La Fontaine a Montrèal è un vera miniera di elementi bizzarri.
Situato a pochi minuti dal downtown, è un parco di media grandezza con un piccolo laghetto artificiale al centro, stile "The Serpentine" di Hyde Park, a Londra.
A qualsiasi ora del giorno (della notte non ho idea) si possono fare incontri interessanti con persone che svolgono le più svariate attività, tra cui:
- suonare bonghi, chitarre acustiche ed elettriche (amplificate), arpe, ukulele
- ballare il tango
- danzare sui rollerblade
- portare a spasso il cane, il gatto, il coniglio, i canarini (in gabbia), il furetto, i figli
- giocare a calcio, baseball, bocce, pallavolo, frisbee ed a uno strano gioco con una rete tipo pallavolo (bassa) e una palletta minuscola che viene colpita con i piedi... se sapete il nome, ditemelo!
- indossare costumi da lottatori di sumo giapponesi e quindi lottare a chi cade per primo (vedi foto)
- fare picnic, feste, grigliate con barbecue portatili
- fare cardio-poussette, ossia ginnastica con i figli nel passeggino/carrozzina con tanto di istruttore
- praticare tai-chi, yoga, spada, arti marziali in genere
- far navigare nel lago barchette radiocomandate
- dato che il Cirque de Soleil è nato in Quèbec: esercitarsi a camminare sulla corda, far roteare le clavette, andare in monociclo, eseguire acrobazie da trapezisti con l'apposito drappo attaccato ad un albero
- fare una siesta sull'amaca.
A queste condizioni, anche solo una piccola passeggiata pomeridiana in mezzo a tale varietà si rivela interessante...

venerdì 11 giugno 2010

La pizza di Gattuso

Da quando sono qui, ho una voglia irrefrenabile di pizza: alta, bassa, margherita, strafarcita... me la mangerei in tutti i modi possibili.
Ci siamo tolti la voglia di ordinarla a casa, insieme a bottiglie di pepsi, ali di pollo e sacchetti di dolcetti... poi però abbiamo optato per il "fai da te" :-)
In Italia non sono mai riuscita a fare una pizza decente, non chiedetemi il perchè... dopo un pò ho ceduto le armi; qui invece deve essere uscita la mia italianità ("tengo cuore italiano!", come dice Gerard Depardieu) e, complice l'impasto di Gattuso, sto ottenendo delle pizze alte, soffici, da leccarsi i baffi.
Sì, Gattuso: è una marca di cibi in scatola (simil-italiani, ovviamente) e al supermercato si trova anche questa busta magica con dentro farina e lievito: non so se sia merito di Gattuso o del forno, ma finalmente sono riuscita a fare un pizza squisita!!

giovedì 3 giugno 2010

Il colore delle pareti

Lo avevo promesso: un post solo sul colore delle pareti.
L'avevo notato subito, quando sono venuta in Canada la prima volta, ormai 7 anni fa: per forza, impazzavano i bagni viola!
Iniziamo a dire che i bagni (seguirà altro post) non hanno le piastrelle; se ce le hanno sono solo sul muro attiguo alla vasca da bagno. Per cui ci si può sbizzarrire con il colore: il nostro, per esempio, è di un beige scuro smorto. Un pò deprimente, in effetti, soprattutto perchè non ha finestre e quindi è già, come dire, buio per i fatti suoi.
Sinceramente mi sono chiesta perchè i canadesi amino usare colori forti ma tendenti allo scuro... mi spiego: se prendete un verde e ci mischiate del bianco, otterrete un verde pastello, tenue, luminoso; se ci mischiate del nero otterrete un verde cupo, magari anche "forte", bello saturo, ma sempre cupo... ecco, qui mischiano i colori col nero (per modo di dire, eh!), per cui avete cucine rosso cupo, camere grigio cupo, salotti blu cupo, etc etc... non è che i canadesi non amino i colori, anzi forse fin troppo, ma forse qualcuno dovrebbe fargli vedere un qualcosa di un pochino più solare...

Ordinare un caffè può sembrare più complicato del previsto...

Questa è una delle poche cose che qui, a volte, mi fa venire il nervoso: ordinare una cosa semplice come un caffè. Perchè qui non è semplice, o meglio, è il caffè a non essere semplice.
Andate da Starbucks, o da Cafè Depot, o da qualsiasi altra parte, e decidete di prendere un caffè al banco: pensate che con un banale "Un caffè piccolo, per favore" ve la caverete, e vi sbagliate. Iniziano le domande a raffica: da consumare qui o da asporto? latte o crema? quanto zucchero? vellutato? (cosa diav...?!) della casa? (urgh!) cannella? e via di seguito, ogni bar ha il suo ventaglio personale di domande. Se poi aggiungete il fatto che sì, capite il francese, ma ci sono delle domande a cui non siete pronti, tipo "vellutato" cosa diavolo sarà mai?
Poi voi dite "un caffè piccolo, lo bevo qui, 2 bustine di zucchero" e vi guardano male: "ma come" pensano, "io ti offro tutte queste possibilità e tu prendi un caffè nero e basta??"...
La stessa cosa vi capita quando ordinate i panini, la pizza, la colazione, etc, domande su domande a cui a volte non si sa dare risposta e allora si spara a caso :-)
Se trovate un cameriere simpatico che capisce il vostro imbarazzo e vi dà una mano, è quasi divertente, altrimenti preparatevi a fare la figura dei contadinotti che arrivano in città per la prima volta e a sopportare lo sguardo vagamente sprezzante di qualche ragazzino che si guadagna qualche soldo distribuendo caffè e panini, e non contempla il fatto che voi vi troviate spiazzati da tutta questa scelta.
Io, a dire la verità, a volte mi innervosisco. Forse il caffè dovrei prenderlo decaffeinato, ma è l'unica cosa che non mi chuiedono mai!!

mercoledì 5 maggio 2010

I farmaci

Partiamo da un presupposto: andare in farmacia, qui, è come andare al supermercato.
Questo per svariate ragioni: la dimensione delle farmacie; la varietà di medicinali, vitamine, prodotti naturali, etc; il fatto che nelle farmacie si trovano anche svariati altri prodotti (intere corsie, intendo), quali: prodotti vari di igiene personale, cartoleria, generi alimentari, prodotti per la pulizia della casa, piccoli elettrodomestici, addirittura sedie e tavoli da giardino.
I farmacisti sono relegati in un angolo, a gestire i farmaci con ricetta: per il resto è tutto automedicazione.
Passeggiando tra le corsie dei medicinali un italiano diventa sospettoso: abituato alle confezioni austere dei nostri farmaci, non capisce come possano esistere 20 tipi diversi di aspirina ognuna avvolta in un packaging assolutamente colorato e ammiccante. Può capitare che la scelta, a questo punto, diventi VERAMENTE ardua!
Le confezioni dei farmaci per i bambini, poi, sono pieni di orsetti, pupazzi, frutta... agli occhi di una madre di un bimbo di qualche mese, assolutamente inaffidabili! :-) Assomigliano di più a pacchetti di caramelle...

lunedì 26 aprile 2010

L'immondizia

Abitiamo in un quartiere carino.
Casette basse, corti interne, alberi lungo le vie secondarie, parchetti, insomma con la bella stagione che avanza è piacevole passeggiare fuori e guardarsi attorno. Anche il martedi e il venerdi, i giorni in cui ritirano l'immondizia, è piacevole guardarsi attorno perchè camminando per la strada sembra di stare al mercatino degli oggetti di seconda mano: poltrone sbiadite, divani sfondati, vecchi scaldabagno, scrivanie a cui manca qualche cassetto, scarpe (appaiate) logore, materassi concavi, e altri oggetti degni di nota. Il tutto lasciato lì sul ciglio della strada con la massima indifferenza. Certo, ovviamente il giorno dopo è tutto scomparso perchè i camion dell'immondizia ritirano tutto, ma per noi che in Italia vivevamo in un paesino in cui la raccolta differenziata era rigorosissima e soprattutto la regola sui rifiuti "ingombranti" era quella di portarli in discarica personalmente, fa un certo effetto vedere questa allegra esposizione di arredi & affini affollare i (per fortuna larghi) marciapiedi di Montreal...

venerdì 16 aprile 2010

La patente di guida

Grazie al Governo Italiano, unico Paese Europeo insieme a Spagna e Portogallo a NON aver stipulato un accordo con il Governo Canadese, siamo costretti a rifare da capo la nostra patente.
Occorre quindi spendere tempo e denaro per: contattare la SAAQ (cioè la motorizzazione quebecois) e prendere appuntamento; comprare i due libri per sostenere l’esame teorico; contattare una traduttrice iscritta all’albo per farsi tradurre la patente italiana (di quella internazionale, già in lingua francese, non sanno cosa farsene); presentarsi alla SAAQ per svolgere le pratiche e fare l’esame teorico; riprendere appuntamento per l’esame pratico e ripresentarsi per svolgere l’esame pratico. Insomma, una bella menata, per chi come noi ha la patente da 18-19 anni e sperava di aver chiuso con queste perdite di tempo…

sabato 10 aprile 2010

Anche in Canada ci sono i vecchi che guardano i lavori...

Ieri stavo camminando per la Rue Sainte Catherine (una delle arterie principali di Montreal), e cosa ho visto? Una macchietta tipicamente italiana, o almeno così credevo: a quanto pare i Vecchi Con Cappello Che Guardano Gli Scavi In Corso esistono anche qua... gli mancava solo un commento tipo "So no, 'osti, l'è mia pusibil far i lavuri isci" e mi sarei sentita di nuovo in Italia! :-)

Ps - avrei voluto TROPPO fargli una foto, ma si sarebbe accorto e allora come avrei fatto a spiegargli che impersonava un'icona italiana?

lunedì 5 aprile 2010

Mai pensare male di chi incontri per strada

Lo ammetto: questa volta siamo rimasti proprio spiazzati.
Avevamo già sperimentato la gentilezza e il senso civico canadesi, ma vedersi restituire un cellulare del valore di 400 dollari circa perso per strada è una cosa che a noi italiani pare dell’altro mondo (e infatti qui ci siamo, nell’altro mondo).
In più, lo ammetto, quando ho ricevuto la telefonata stavo pure per coprire di insulti il giovane tatuato munito di cane che ha trovato il telefono per strada e che ci stava aspettando per restituircelo…
La dinamica dei fatti è stata questa: abbiamo preso due cellulari nuovi, molto belli e superaccessoriati, che per via di un contratto triennale con la compagnia telefonica ci sono stati dati “gratis”, in cambio appunto della fedeltà triennale. Qui i costi delle chiamate dal cellulare sono alti e tutto è escluso dal contratto, praticamente: vuoi vedere il numero di chi ti chiama? Devi pagare 5 dollari in più al mese; vuoi mettere la segreteria? Idem; i messaggi li paghi anche quando li ricevi, e via di questo passo. Però, visto che siamo noi due soli in mezzo a questa città di 2 milioni di abitanti e abbiamo un bambino di pochi mesi, da buoni italiani ci siamo fatti un contratto (il più economico possibile) che ci ha, come dicevo, garantito questi due fiammanti e nuovi (una settimana di vita) cellulari.
Oggi pomeriggio siamo usciti a fare una passeggiata, ognuno col suo cellulare, ovviamente più per abitudine che per necessità. Dopo pochi minuti il mio cellulare suona: incredula (il mio numero non ce l’ha nessuno, chi vuoi che mi chiami?) e ignara (il numero del chiamante non compare, vedi sopra) rispondo: un tizio mi parla a raffica in francese, capisco a malapena e gli rispondo in inglese; il tizio riparte a raffica in inglese, capisco che ha trovato il mio numero da qualche parte e che vuole qualcosa, ma non riesco a capire cosa, mi innervosisco, penso a una tecnica di rimorchio tipo fare dei numeri di telefono a caso, inizio a essere brusca… meno male che il giovane tatuato è stato tenace e ostinato, alla quarta volta che tenta di spiegarmi cosa è successo lo capisco… insomma, mio marito a pochi metri da casa ha perso il telefono, il giovane lo ha trovato, ha guardato la rubrica, ha trovato tre numeri di telefono di cui uno archiviato come “amore” e ha giustamente chiamato!
Dopo pochi minuti il cellulare era di nuovo nelle nostre mani.
Ci siamo sentiti meschini, maleducati e malfidenti.Spero di incontrare ancora il giovane tatuato a spasso col cane, mi voglio sdebitare almeno con un osso di gomma!!

venerdì 2 aprile 2010

Le case (1)

Ah, le case canadesi! Credo che scriverò post su post su questo argomento, dato che anche gli autoctoni sono fissati per le case (basti dire che esiste un canale specifico, HGTV, ossia Home and Garden TV, dove danno solo programmi-reality su come si costruiscono, rinnovano, decorano, riparano, ispezionano, comprano, vendono, etc).
Però una delle mie prime impressioni è stata, come dire, il cogliere una certa allegra sciatteria in mezzo a tanto amore per la propria casa... sarà che il canadese medio non ha molto l'occhio per il dettaglio (per non dire per il colore delle pareti, ma seguirà un post solo su questo), sarà che in effetti mantenere una casa curata costa qualche soldo, ma si nota un impegno fin esagerato per certe fissazioni (accoppiare bene il colore delle tende con quello dei copriletti) per poi vedere il pavimento in parquet aggiustato alla buona con un pezzo di legno che non c'entra niente in sostituzione della mattonella mancante, tanto per fare un esempio... come se in ogni canadese ci fosse un carpentiere in embrione che vorrebbe saper fare qualsiasi modifica alla casa, ma poi si rende conto di non esserne assolutamente in grado (e allora si sfoga dipingendo il bagno di viola scuro)...

mercoledì 31 marzo 2010

Le scale

Montrèal si trova in mezzo ad una immensa pianura (beh, c'è il Mont Royal ma è poco più che una collinetta!), la prima volta che siamo venuti qui in aereo ci siamo guardati e ci siamo detti: ma dov'è che vanno a sciare , questi?? (poi arriva l'inverno e capisci, ma questa è un'altra storia, un altro post).
In mezzo a questo piattume continentale spiccano le scale: nelle case a due o tre piani non sistono gli ascensori, solo minuscole e tortuose scale, a volte dentro l'immobile a volte fuori (le tipiche scale del Quartier Latin).
Anche le case al piano terra hanno 4 o 5 scalini all'ingresso.
Direte: beh?
Rispondo: in un posto dove hanno la neve fissa da Novembre ad Aprile, ma perchè diavolo mettono tutte 'ste scale? Il problema grosso è che noi dobbiamo portarci in giro un pargolo con tanto di passeggino, su, giù, in metropolitana (niente ascensori e poche scale mobili), sugli autobus (niente muso davanti che si abbassa e pedana che esce come a Vancouver)... sbirciamo gli altri genitori e intanto sembriamo due schiavi che portano il baldacchino di qualche imperatore...
Meno male che per miglia e miglia, intorno, è tutto piatto...

venerdì 26 marzo 2010

Finalmente siamo arrivati!

Dopo 2 anni di attesa da quando abbiamo iniziato il processo di immigrazione in Canada, finalmente il 2 Marzo 2010 siamo atterrati a Montrèal e abbiamo iniziato la nostra avventura in Québec!
Sbrigate le pratiche di immigrazione (rapide e indolori) abbiamo preso un taxi enorme, dato il numero di valigie e annessi che ci portavamo appresso grazie soprattutto al membro più giovane della famiglia, e siamo arrivati al B&B in cui avevamo prenotato, per il primo mese, il cosiddetto "basement", o meglio la taverna per noi italiani, o meglio ancora lo scatinato :-)
Le padrone di casa sono due sorelle di carattere e aspetto diametralmente opposti: una è femminile, un pò svampita, parla con voce calma e quasi suadente; l'altra è un maschiaccio che lavora come carpentiere, parla con voce forte e tonante e si dice in grado di aggiustare qualsiasi cosa (e noi le crediamo!).
La zona è carina, anche se a prima vista non si direbbe, o meglio non proprio "carina" nel termine in cui lo intendiamo noi... beh, bisogna calarsi un pò nella mentalità del nordamerica e non aspettarsi certi scorci da paesello italiano, però è accogliente, le vie laterali sono costellate da tante belle casette che davanti hanno il loro bravo albero su cui corrono gli scoiattoli, ci sono certi Caffè molto carini che servono colazioni pantagrueliche e un mitico supermercato italiano, Esposito!!
Alla fine di Marzo, lasciando il seminterrato delle due sorelle, so già che proverò un pò di nostalgia per i carrelli di Esposito lasciati davanti all'uscita e che bloccano il tornello (soprattutto se hai un passeggino) e per il Caffè sulla Rue Sherbrooke, dove ci si può sedere e ammirare un pò di tranquilla fauna locale...